Salutiamo il 2020 svelando, in ordine sparso, i film e le serie tv preferiti dell’anno.
Gli ultimi film visti in sala risalgono al periodo degli Oscar – sembra una vita fa – e sono:
Jojo Rabbit
Con un bambino per protagonista e Adolf Hitler come amico immaginario, il film di Taika Waititi è un modo ingegnoso e leggero di spiegare alle nuove generazioni quanto potesse essere pervasivo l’indottrinamento nazista dei bambini. [Leggi la recensione completa]
Piccole donne
Attraverso le due linee temporali e la componente metatestuale, l’adattamento realizzato da Greta Gerwig risulta nuovo rispetto alle precedenti trasposizioni cinematografiche del romanzo di Louisa May Alcott. [Leggi la recensione completa]
1917
Sam Mendes dà vita a un’esperienza cinematografica immersiva, in cui lo spettatore diventa il terzo compagno d’armi dei soldati Schofield e Blake tra le trincee della Prima Guerra Mondiale. [Leggi la recensione completa]
Memorie di un assassino
Bong Joon-ho dimostra uno stile maturo e impeccabile già alla sua seconda opera, distribuita nei cinema italiani con diciassette anni di ritardo. [Leggi la recensione completa]
Nei mesi passati, molti film previsti per il cinema sono usciti direttamente sulle piattaforme streaming. Tra quelli che ho visto – pochi, devo essere sincera -, vi consiglio due film minori rispetto a quelli citati sopra, ma comunque piacevoli.
Un amico straordinario
Non è propriamente la biografia del presentatore televisivo Fred Rogers, ma il resoconto della rieducazione affettiva del giornalista Lloyd Vogel, che tramite l’intervista a Rogers ha modo di psicanalizzarsi e, con lui, un po’ anche noi.
Radioactive
Il film di Marjane Satrapi racconta la vita di Marie Curie anticipando, attraverso una serie di flashforward, gli effetti nella Storia della scoperta della radioattività. [Leggi la recensione completa e l’articolo di confronto tra libro e film]
Una delle poche cose positive del distanziamento sociale è stata la scelta di alcuni festival cinematografici di svolgere online la loro manifestazione, a cui era possibile accedere da qualunque luogo, semplicemente acquistando un accredito. Anche se sarà difficile recuperare in tempi brevi i film citati qui sotto (e non è detto che vengano distribuiti tutti), vi lascio alcuni tra i titoli che ho preferito.
Dal Far East Film Festival di Udine
Kim Ji-young, Born 1982
Il film offre uno spaccato della società coreana e in particolare della condizione femminile, mostrando come il peso della cultura maschilista gravi tanto sulle donne quanto sugli uomini, generazione dopo generazione.
Changfeng town
Una storia corale ambientata in un paese rurale cinese, che non è tanto diverso dalla nostra Pianura Padana.
The house of us
Per sognare e piangere insieme alle tre giovanissime protagoniste. [Leggi le recensioni]
Dalla Sala Web della 77^ Mostra del Cinema di Venezia
Zanka Contact
Un melò che ruota attorno alla musica diretto da Ismael El Iraki, sopravvissuto all’attentato al Bataclan, e con una protagonista sensualissima (Fatima Attif).
Guerra e pace
Un documentario molto interessante sulle immagini di guerra, realizzate dai pionieri del cinema, prima, e dai comuni cittadini con gli smartphone o da corpi armati appositamente formati, oggi. [Leggi l’articolo Venezia 77: la nostra selezione]
Dal Florence Korea Film Fest di Firenze
Mal-mo-e: The secret mission
Per conoscere un pezzo di storia, soprattutto se siete appassionati di linguistica.
Move the grave e/o Moonlit Winter
Se vi piacciono le storie familiari delicate e che fanno riflettere. [Leggi le recensioni]
Dal Trieste Science+Fiction Festival di Trieste
Jumbo
La realtà degli oggettofili – persone che si innamorano delle cose – raccontata in una fiaba simile a La forma dell’acqua.
Post mortem
Un horror ungherese sulla fotografia post mortem ambientato nel contesto della Prima Guerra Mondiale e dell’influenza Spagnola.
Tune into the Future
Un documentario sensorialmente stimolante su Hugo Gernsback, colui che ha dato inizio al fenomeno culturale della fantascienza coniando il termine science-fiction. [Leggi le recensioni]
Un bel bottino tra le cose viste quest’anno è rappresentato dalle serie tv. Qui sotto troverete menzionate alcune produzioni del 2019 che ho terminato di vedere o recuperato nel 2020 e le serie tv dell’anno.
The Morning Show
Una serie che conquista più il cervello che il cuore, e forse è arrivata troppo presto, ma è da vedere per il coraggio di affrontare temi molto caldi e perché mette lo spettatore in una situazione scomoda e lo spinge a porsi delle domande.
The Crown (stagioni 3 e 4)
Tra queste due stagioni, ho preferito la terza, per i suoi episodi di genere diverso o incentrati su un unico personaggio. Ma la serie di Netflix si conferma sempre molto interessante per la costruzione dei personaggi da parte di sceneggiatori e attori e per le sue grandi metafore. [Su Instagram e/o Facebook trovate un post sulla metafora della caccia al cervo presente nei primi episodi della quarta stagione].
L’amica geniale (stagione 2)
Saverio Costanzo continua l’adattamento per la tv della tetralogia di Elena Ferrante in questa stagione ancor più bella, dolorosa e orrorifica della prima. [Leggi la recensione della prima stagione]
Giri – Haji / Dovere – Vergogna
Una serie che mescola azione e introspezione con un equilibrio sorprendente e sfrutta tutte le potenzialità del mezzo filmico. Con un’onirica sequenza a passo di danza, tra le più commoventi che abbia visto quest’anno. [Leggi la recensione completa su L’Occhio del Cineasta]
Unorthodox
Una giovane donna ebrea chassidica sfugge alle costrizioni della sua vita a Williamsburg, New York, e ritorna alla fonte del trauma della sua comunità, a Berlino, per trovare se stessa. Recitata per gran parte in lingua yiddish, la serie è un po’ compressa ma da recuperare assolutamente per le sensazioni che lascia e per conoscere una realtà poco rappresentata.
Hollywood
Una serie leggera e confortante sul Cinema come ragione di vita, luogo di socializzazione e agente di storia e di cambiamento.