Istantanee di cinema

Gli indifferenti

Roma. Mariagrazia Ardengo e i suoi due figli, Michele e Carla, non hanno più soldi. Negli ultimi tre anni, Leo Merumeci, un impresario tuttofare divenuto nel frattempo amante di Mariagrazia, le ha fatto dei prestiti. Il suo reale obiettivo è, però, l’ultimo bene rimasto agli Ardengo, ovvero il loro lussuoso attico. Nonostante la trasposizione ai giorni nostri e lo stravolgimento del personaggio di Carla secondo la sensibilità odierna, il film restituisce in pieno, anche se in maniera condensata, la tensione sottile e il fastidio suscitati dal libro omonimo di Alberto Moravia pubblicato nel 1929.

I Miserabili

Il film francese I Miserabili, premiato a Cannes, è girato con uno stile documentaristico e unisce i generi poliziesco, thriller e action al dramma sociale. Al centro del film non ci sono i personaggi letterari dell’omonimo romanzo di Victor Hugo, ma alcuni giovani e poliziotti di oggi che vivono nella periferia nord-est di Parigi; una realtà conflittuale, quella delle banlieue, rappresentata dal regista in modo lucido ed equo. Se vi è piaciuto il film L’Odio di Mathieu Kassovitz, I Miserabili non vi deluderà.

Judy

Pur focalizzandosi solo su due momenti precisi della carriera di Judy Garland (gli inizi con Il Mago di Oz nel 1939 e la fine con il tour di concerti a Londra nel 1968), Judy di Rupert Goold è un ritratto esauriente dell’indimenticabile interprete di Somewhere Over the Rainbow. Tra un numero di spettacolo e una scena più introspettiva, vediamo la Judy Garland pubblica e privata, gli alti e i bassi della sua carriera, la Hollywood dei lustrini e quella di Viale del Tramonto, le anfetamine per reggere i ritmi lavorativi degli studios e i sonniferi per combattere l’insonnia. Tutto il film è caratterizzato da una forte impostazione teatrale, dalla scenografia alla recitazione manieristica di Renée Zellweger. Sebbene non aggiunga molto al genere biografico, Judy diventa interessante soprattutto quando mostra il rapporto della protagonista con il suo pubblico. Come nella scena più intima del film, in cui due fan di lunga data rompono la “quarta parete” e invitano la Garland a cena da loro dopo un concerto.

Star Wars: Ep. IX – L’ascesa di Skywalker

J.J. Abrams conclude la saga degli Skywalker chiamando i personaggi di lunga data a cedere il testimone a quelli più recenti. Al centro di questo ultimo episodio c’è il rapporto tra Rey e Kylo Ren, che prosegue nella direzione tracciata da Rian Johnson nel film precedente. Nonostante una buona dose di prevedibilità, il rapporto tra i due personaggi – con, ancora una volta, il tema della discendenza a fare da comun denominatore – è quello che ha lo sviluppo più soddisfacente e definitivo. Al contrario, altri personaggi introdotti nella nuova trilogia vengono relegati ai margini della storia, o non concludono la loro linea narrativa. Non è possibile rendere in poche righe quello che la saga rappresenta e ha rappresentato per generazioni di spettatori, né tantomeno trarre una conclusione affrettata su questo ultimo capitolo. Il quale intrattiene ed emoziona malgrado le forzature e i buchi nella sceneggiatura, dettati dal peso delle aspettative (sì, perfino la Disney può essere condizionata dalla paura di sbagliare il capitolo finale di un progetto durato 42 anni), dal “rimediare” agli “errori” dell’episodio precedente e dalla volontà di lasciare aperte più linee possibili da cui poter ripartire in futuro. Il modo scelto per congedarsi dagli Skywalker era l’unico possibile? Probabilmente no. Se fosse stato un finale diverso, ci sarebbe piaciuto di più? Forse, ma non lo sapremo mai con certezza e, in ogni caso, qualcuno ne sarebbe rimasto comunque deluso. Solo con il tempo ci schiariremo le idee su questo film e, come già è accaduto per altri episodi della saga, metteremo da parte i disappunti e gli vorremo bene così com’è.

The Farewell

La trentenne Billi (nata in Cina ma cresciuta in America) si riunisce con tutti i parenti nel paese natale per dire addio alla sua amata nonna, alla quale è stato diagnosticato un male incurabile che la famiglia ha deciso di tenerle nascosto. A Changchun, Billi si prepara al distacco da sua nonna e troverà, dentro se stessa, un punto d’incontro tra la cultura d’origine orientale e quella d’adozione occidentale.
The Farewell è un coming of age intimo e delicato, che scalda il cuore. Perfetta la distribuzione italiana sotto Natale; quando tutti noi, come la protagonista, riscopriamo le nostre tradizioni culturali e familiari riuniti a tavola con i parenti.

Downton Abbey

Downton Abbey è come un nuovo episodio della serie tv da cui è tratto, soltanto più lungo del solito. Ritroviamo la famiglia Crawley e la sua servitù dove le avevamo salutate, e le storyline lasciate aperte trovano una possibile conclusione. La visione del film è consigliata a chi ha seguito la serie e conosce il trascorso dei personaggi, che altrimenti risulterebbero privi di caratterizzazione.
Tra emozioni consolidate e nuovi colpi di scena, è stato bello rivedere gli abitanti di Downton Abbey. Anche se sono uscita dalla sala con la consapevolezza che, sebbene non sia esclusa la possibilità di un ulteriore sequel, il futuro non sarà completamente roseo per Downton.