Loro – La recensione


2016 - 2019, Recensioni / sabato, Agosto 25th, 2018

Paolo Sorrentino è tornato a dirigere un film per il grande schermo con Loro, duologia su Silvio Berlusconi.

Il titolo è già estremamente indicativo. Il pronome personale «Loro», che nell’italiano neostandard (o dell’uso medio) viene utilizzato anche in funzione di soggetto, assume un forte valore connotativo all’interno della pellicola. Infatti, Sorrentino mette in scena una rappresentazione dell’Italiano medio, non soltanto nella figura del Cavaliere, ma anche negli arrivisti “sconfitti” che gli ronzano intorno: come l’ex ministro Santino Recchia (Fabrizio Bentivoglio) e il provinciale Sergio Morra (Riccardo Scamarcio), il quale potrebbe essere scambiato per il protagonista del primo film, se non fosse che lo sentiamo continuamente chiedere di «Lui», evidentemente vero soggetto di interesse.

Il protagonista Berlusconi (Toni Servillo) si fa attendere come il Kane di Quarto Potere o il Gatsby de Il grande Gatsby; «Lui» compare soltanto a mezz’ora dalla fine di Loro 1. Questa scelta è funzionale per aumentare l’alone di mistero intorno alla sua figura, fino ad idealizzarla, mitizzarla. Anche se non è fisicamente presente, Berlusconi c’è, esercita la sua fascinazione, è sulle bocche e nelle azioni di «Loro», definiti da Morra “quelli che contano” nella prima parte, ma che nel corso della seconda pellicola diventano gli italiani dalla condizione economica e sociale mediocre che vedono in «Lui» la possibilità di un futuro più radioso e, sul finale, i soccorritori e i terremotati dell’Aquila.

Il film di Sorrentino è incentrato soprattutto sui risvolti della rivoluzione di costume e sociale del berlusconismo, più che politici. Infatti, tranne qualche scena, non vediamo mai Berlusconi nei panni del capo di governo, ma quasi sempre nel suo privato (che poi tanto privato non è). Gli effetti più evidenti della rivoluzione berlusconiana vengono mostrati dalle donne, in particolare da quel tipo di donna intraprendente, spregiudicata ma innegabilmente mercificata, imprenditrice del proprio corpo e concubina. A tale squallida rappresentazione sembra sfuggire il personaggio di Veronica Lario (Elena Sofia Ricci), che predilige darsi alla cultura e alla meditazione, risultando un po’ snob e intellettualoide, ma dimostrando almeno di avere un briciolo di dignità.

La divisione in due capitoli appare più un’operazione di marketing che una scelta autoriale. Infatti, così facendo, la narrazione viene spezzata bruscamente. Anche se, bisogna dirlo, Loro 1 e Loro 2 sono due film decisamente diversi. C’è un distacco molto marcato tra la prima e la seconda parte: ad un inizio visivamente provocante, segue una seconda parte più incentrata sulla sfera famigliare del Cavaliere.

In Loro – soprattutto nella prima parte – si susseguono scene di festini a base di droghe e mignotte, girate da un Sorrentino mai più vicino di così a Scorsese e al suo The Wolf of Wall Street (rottura della quarta parete annessa). In questo triste e decadente spettacolo femminile, lo spettatore è accompagnato da Sergio Morra, che, almeno in Loro 1, ne incarna il punto di vista. Non mancano, al solito, scene simboliche e al limite dell’onirico, caratterizzanti soprattutto la seconda parte del film, più riflessiva, come più spesso ci ha abituati Sorrentino.

In Loro 2, il Berlusconi di Toni Servillo si fa più tenebroso e riflessivo, impegnato a fare i conti con la fine del suo matrimonio e con la consapevolezza di essere invecchiato, così come con la sua amarezza sul campo politico.

Nella scena in cui Berlusconi compare per la prima volta, lo vediamo svegliare la moglie vestito da odalisca nella sua residenza in Sardegna. Sede di festini con le olgettine e di serenate neomelodiche, la villa ospita anche animali da fattoria – tra cui agnellini – ed è raffigurata come un quadro metafisico di Giorgio De Chirico, dove i personaggi sembrano manichini immobili, solitari, circondati da un arredamento scarno, essenziale. La dimora di Berlusconi è dunque sia un circo che luogo di solitudine e atemporalità.

Lo stile di Loro 2 è meno appariscente rispetto a quello di Loro 1, ma maggiormente ricco di implicazioni. Al centro dell’opera vi è questa volta il rapporto tra verità e bugia, essere e recitare. Nelle loro interpretazioni, Toni Servillo e Elena Sofia Ricci sono teatrali e irrealistici proprio per sottolineare che l’Italia berlusconiana non sai mai se è o appare, se è vera o finta, se è vissuta o vista in TV, come dimostrano le battute «io conosco il copione della vita», oppure «chiudo il sipario della mia vita coniugale con te».

Fin dal cartello all’inizio di Loro 1, veniamo avvisati che Sorrentino non intendeva fare un film meramente biografico o cronachistico, bensì simbolico e quasi favolistico. Questa scelta ha sicuramente giocato a suo favore, permettendogli di fare del Berlusca un simbolo, un archetipo, un riflesso di un certo tipo di Italiano, e una maschera tragica del potere, sebbene la sua analisi sia piuttosto superficiale. In effetti, il film funziona soprattutto per le suggestioni che provoca nello spettatore, in quanto i dialoghi sono un po’ didascalici (anche se, come ho detto per Loro 2, questa caratteristica è riconducibile alla volontà di rappresentare la finzione che caratterizza lo show berlusconiano).

Sorrentino convince maggiormente quando tenta di rappresentare l’uomo, più che il politico. Se, infatti, il politico ne esce ridicolizzato (tramite una comicità elementare, stereotipata, che non aggiunge molto all’immaginario popolare), l’uomo suscita quasi compassione. Difficilmente si riesce ad empatizzare con il personaggio di Berlusconi, essendo per lo più caratterizzato come una maschera farsesca (che non fa ridere neanche un po’, come gli dice la moglie): gli unici momenti in cui si potrebbe parteggiare per lui sono quelli in cui all’uomo politico si sostituisce l’uomo che tenta goffamente di riconquistare la sua Veronica. In quel caso si avverte che sotto alla maschera c’è qualcosa in più, che il personaggio non è solo un buffone ma ha una caratterizzazione psicologica più profonda. Se così non fosse stato, sarebbe risultato insopportabilmente macchiettistico, e neanche l’interpretazione di Toni Servillo sarebbe bastata a salvare il personaggio.

In definitiva, Loro è un film piuttosto suggestivo e registicamente impeccabile, ma avrebbe potuto avere più anima.

6 Commenti a “Loro – La recensione”

  1. Concordo su ogni cosa, attendendo la versione tagliata e “monofilm”. Condivido l’ipotesi marketing per la divisione. Anzi, a fronte dei moltissimi elementi validi che hai citato, penso che tutto ciò che c’è di negativo sia da ricondurre a questa divisione e al minutaggio davvero troppo lungo. Ne nasce un disequilibrio e a volte una ripetitività che stancano. Magari in versione ridotta alcuni difetti spariscono, speriamo!

    Kalos

    1. Lo spero, anche se temo che pure la versione ridotta sia una nuova “furbata” per poter entrare nella cinquina dell’Academy…se l’obiettivo era quello, perché non fare fin da subito un unico film?
      In ogni caso, spero che il titolo italiano proposto agli Oscar sia Dogman, anche se non ho ancora visto Lazzaro Felice.

      1. esatto, anche se conoscendo Sorrentino, niente di strano che abbia anche voluto mettere tutto tutto nel calderone per il gusto. E tutto sommato preferisco un Loro a un Dogman. Il seconod è assolutamente impeccabile, non saprei dire un difetto, però è arrivato e se ne è subito andato dalla mia testa. Alcune scene e riflessioni scaturite da Loro invece si sono definitivamente sedimentate in me

        Più che altro per gli Oscar mi chiedo, tra i 2 cosa può piacere di più agli Americani?

        1. Dal mio punto di vista, “tira” di più un film su una figura come Berlusconi, diretto da un già premio Oscar, però non sottovaluterei l’interpretazione di Marcello Fonte, premiata a Cannes, che quindi potrebbe dare un aiutino al film di Garrone.

      2. dogman l’ha spuntata proprio oggi e personalmente sono molto contento…
        quello di Sorrentino alla fine non era entrato neanche nella lizza dei 21 candidati italiani (e meno male)… 😉

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