Oscar 2018: i vincitori e un commento personale


Approfondimenti / lunedì, Marzo 5th, 2018

Come lo scorso anno, eccomi nuovamente a commentare le scelte dell’Academy!

Questa stagione cinematografica è stata ancora migliore della precedente. Tanta la qualità tra i candidati, abbastanza nei premiati. Era praticamente impossibile trovare un unico titolo per cui fare il tifo e, non a caso, l’Academy ha accontentato pressoché tutti i film candidati.

Inoltre, questa novantesima edizione ha visto la rivalsa degli outsider. Infatti, tra i candidati hanno trovato spazio molte personalità troppo a lungo sottovalutate e film insoliti per gli standard dell’Academy. Numerosi anche i giovani interpreti che fanno ben sperare per il futuro del cinema.

Inevitabilmente, ci sono stati pure dei grandi esclusi e qualche sorpresa (in negativo). Ma non voglio anticiparvi altro. Andiamo a scoprire tutti i vincitori degli Oscar 2018!

Miglior film

Call Me by Your Name
Dunkirk
Get Out
Phantom Thread
Lady Bird
The Shape of Water
Darkest Hour
The Post
Three Billboards Outside Ebbing, Missouri

Come ho anticipato sopra, quest’anno sembra essersi mosso qualcosa a favore dei film indipendenti, e ne sono ben felice. Tuttavia, ritengo che alcuni film siano stati troppo sopravvalutati, per esempio Get Out. Malgrado il salto di qualità rispetto allo scorso anno, il politicallycorrect non ha risparmiato neanche questa edizione. La vittoria di The Shape of Water ha messo d’accordo praticamente tutti e, malgrado non lo ritenessi il migliore in assoluto, sono contenta che abbia portato a casa la statuetta.

Miglior regia

Christopher Nolan – Dunkirk
Jordan Peele – Get Out
Greta Gerwig – Lady Bird
Paul Thomas Anderson – Phantom Thread
Guillermo Del Toro – The Shape of Water

Diciamocela tutta, Del Toro e PTA erano sicuramente i più adeguati a vincere. Buone le regie di Peele e Gerwig, ma le ho trovate inferiori rispetto alle altre qui presenti.

Miglior attore protagonista

Timothée Chalamet – Call Me by Your Name
Daniel Day-Lewis – Phantom Thread
Daniel Kaluuya – Get Out
Gary Oldman – Darkest Hour
Denzel Washington – Roman J. Israel, Esq.

Sicuramente una delle categorie più discutibili. Tre ottime interpretazioni (Oldman, trionfatore con Darkest Hour, Chalamet, Day-Lewis), e due più deboli (Kaluuya e Washington), una delle quali avrebbe dovuto lasciare il posto – se non fosse stato per le accuse di molestie – a James Franco (The Disaster Artist).

Miglior attrice protagonista

Sally Hawkins – The Shape of Water
Frances McDormand – Three Billboards Outside Ebbing, Missouri
Margot Robbie – I, Tonya
Saoirse Ronan – Lady Bird
Meryl Streep – The Post

Una cinquina ben più azzeccata rispetto a quella dei colleghi maschi, sebbene continui a pensare che la nomination a Meryl Streep sia dovuta più al personaggio interpretato in The Post che all’interpretazione in sé. Le altre attrici sarebbero state tutte meritevoli della statuetta, ma è giusto che a trionfare sia stata quel portento di Frances McDormand.

Miglior attore non protagonista

Willem Dafoe – The Florida Project
Woody Harrelson – Three Billboards Outside Ebbing, Missouri
Richard Jenkins – The Shape of Water
Christopher Plummer – All The Money in the World
Sam Rockwell – Three Billboards Outside Ebbing, Missouri

Meritatissimo il premio a Sam Rockwell, un gradino sopra agli altri candidati, i quali hanno dato comunque delle prove più che valide. Al posto di Christopher Plummer avrei però nettamente preferito vedere Armie Hammer o Michael Stuhlbarg di Call Me by Your Name.

Miglior attrice non protagonista

Allison Janney – I, Tonya
Laurie Metcalf – Lady Bird
Lesley Manville – Phantom Thread
Mary J. Blige – Mudbound
Octavia Spencer – The Shape of Water

Dopo Sam Rockwell, finalmente anche Allison Janney è stata premiata con l’Oscar per la sua irresistibile interpretazione in I, Tonya. Sarei stata comunque contenta se a vincere fosse stata Laurie Metcalf con Lady Bird.

Migliore sceneggiatura originale

The Big Sick
Get Out
Lady Bird
The Shape of Water
Three Billboards Outside Ebbing, Missouri

Per me la migliore sceneggiatura dell’anno resta quella di Three Billboards Outside Ebbing, Missouri. Il film di McDonagh è stato letteralmente defraudato del premio che più gli spettava.

Migliore sceneggiatura non originale

Call Me by Your Name
The Disaster Artist
Logan
Molly’s Game
Mudbound

La sceneggiatura di James Ivory era sicuramente la migliore. Unico premio portato a casa dal film di Luca Guadagnino, ma più che meritato!

Miglior montaggio

Baby Driver
Dunkirk

I, Tonya
The Shape of Water
Three Billboards Outside Ebbing, Missouri

Probabilmente la categoria meglio rappresentata di questa edizione. Infatti, in Dunkirk, Baby Driver o I, Tonya, il montaggio è il cuore pulsante del film.

Miglior montaggio sonoro

Baby Driver
Blade Runner 2049
Dunkirk

The Shape of Water
Star Wars: the last Jedi

Solitamente, quando in questa categoria è candidato un film di guerra, non ce n’è per nessuno, e così è stato anche in questa edizione.

Miglior sonoro

Baby Driver
Blade Runner 2049
Dunkirk
The Shape of Water
Star Wars: the last Jedi

Stesso discorso sopra, ma personalmente avrei premiato Baby Driver, un film dove musica, rombo dei motori, sparatorie e dialoghi sono mixati alla perfezione.

Miglior fotografia

Blade Runner 2049
Darkest Hour
Dunkirk
Mudbound
The Shape of Water

Trovo interessante ma opinabile la scelta dell’Academy di inserire in cinquina tutte fotografie piuttosto simili (ad eccezione di quella di Roger Deakins per Blade Runner 2049, giustamente premiata) e tendenzialmente scure. Secondo me avrebbe giovato candidare una fotografia calda per differenziare maggiormente la categoria, ad esempio quella di Call Me by Your Name oppure quella di The Florida Project.

Miglior scenografia

Beauty and the Beast
Blade Runner 2049
Dunkirk
Darkest Hour
The Shape of Water

Peccato per la scenografa italiana di Blade Runner 2049, che oltre all’immensa fotografia di Deakins, meritava di vincere anche questo premio. Tuttavia, ritengo che la scenografia di Phantom Thread sia la grande assente di questa categoria; la avrei sostituita a Dunkirk.

Migliori costumi

Phantom Thread
Beauty and the Beast
The Shape of Water
Darkest Hour
Victoria & Abdul

Non poteva – o meglio, non doveva – andare diversamente. Inoltre, avrei candidato i costumi di I, Tonya, diversi da tutti gli altri perché più moderni.

Miglior trucco e acconciatura

Darkest Hour
Victoria & Abdul
Wonder

Premio più che meritato. Anche in questo caso mi sarebbe piaciuto vedere tra i candidati il trucco di I, Tonya, e lo avrei sostituito a quello di Victoria & Abdul, di cui non ho un ricordo particolare.

Miglior colonna sonora

Dunkirk
The Shape of Water
Star Wars: the last Jedi
Phantom Thread
Three Billboards Outside Ebbing, Missouri

Ha vinto la poetica colonna sonora di Alexander Desplat, che ho comunque apprezzato, ma a mio parere il vero vincitore resta Jonny Greenwood per Phantom Thread. Detto questo, come si può candidare la colonna sonora di Star Wars che è la stessa dal 1977? Se volevano nominare a tutti i costi John Williams, avrebbero fatto meglio ad inserire la colonna sonora di The Post, anche se personalmente avrei ceduto il posto a Clint Mansell e la splendida colonna sonora del film d’animazione Loving Vincent.

Miglior canzone

Mighty River – Mudbound
Mystery of Love – Call Me By Your Name
Remember Me – Coco
Stand up for Something – Marshall
This is me – The Greatest Showman

Qui subentrano i gusti personali, piuttosto che l’oggettività. A mio parere doveva vincere Mystery of Love di Sufjan Stevens. Le altre canzoni erano tutte molto simili (quanti vocalizi femminili abbiamo sentito) e Remember Me mi sembrava un po’ una canzonetta.

Migliori effetti speciali

Blade Runner 2049
Guardians of the Galaxy II
Kong, Skull Island
Star wars: the last Jedi
War for the Planet of the Apes

Sono contenta che Blade Runner 2049 sia riuscito a portarsi a casa anche il premio agli effetti speciali. Indelebile la scena delle mani che si moltiplicano.

Miglior film straniero

A Fantastic Woman
The Insult
Loveless
On Body and soul
The Square

Non posso pronunciarmi più di tanto su questa categoria perché non ho visto tutte le pellicole candidate. Sono contenta per la candidatura a The Insult, un film che a Venezia 74 mi era piaciuto molto.

Miglior film d’animazione

The Boss Baby
The Breadwinner
Coco
Ferdinand
Loving Vincent

Miglior documentario

Abacus: Small Enough to Jail
Faces Places
Icarus
Strong Island
Last man in Aleppo

Miglior cortometraggio

DeKalb Elementary
My Nephew Emmett
The Eleven O’Clock
The Silent Child
Watu Wote/All of Us

Miglior cortometraggio d’animazione

Dear Basketball
Garden Party
Lou
Negative Space
Revolting Rhymes

Miglior cortometraggio documentario

Edith+Eddie
Heaven is a Traffic Jam on the 405
Heroin(e)
Knife Skills
Traffic Stop

6 Commenti a “Oscar 2018: i vincitori e un commento personale”

    1. Bentrovato! Sono contenta anche io per la sceneggiatura non originale a James Ivory, meno per quella originale a Get Out…avrei preferito vedere vincere Tre Manifesti 🙂

      1. E non era neanche una vittoria così improbabile, dato che il film dei Tre manifesti sembrava il più “da Oscar” in assoluto tra quelli candidati. La forma dell’acqua invece, a causa della sua natura fantascientifica, sembrava quello che l’Academy avrebbe scartato a prescindere. E invece le cose sono andare nel modo più inaspettato possibile: anche questi ribaltoni sono una parte integrante del fascino degli Oscar. Grazie per la risposta! 🙂

  1. […] Chiamami col tuo nome è uno di quei casi in cui libro e film sono complementari; l’uno fa da supporto all’altro, ma al contempo sono già gratificanti anche singolarmente. Se nel romanzo di André Aciman leggiamo i pensieri di Elio sotto forma di flusso di coscienza, nella pellicola di Luca Guadagnino tali pensieri ci vengono restituiti essenzialmente tramite il linguaggio del corpo (ecco perché la recitazione è così importante in questo film) e sta allo spettatore capire da i gesti e dagli sguardi dei personaggi cosa stanno pensando dentro la loro testa. Due modalità di espressione differenti che si completano dunque a vicenda, anche perché alcuni eventi e personaggi letterari sono stati tagliati nel film e l’ambientazione è diversa (il libro si svolge nella Riviera Ligure e a Roma). L’adattamento di James Ivory si discosta inevitabilmente dallo stile letterario di partenza, ma rende comunque giustizia al romanzo di Aciman, ed ha quindi meritato la vittoria dell’Oscar. […]

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