Si dice che i bengalesi siano pacati, che non prestino attenzione alle lancette dell’orologio e che affrontino le difficoltà della vita con serenità. Il regista francese Pierre-François Martin-Laval parte da qui per costruire il suo nuovo film, Qualcosa di meraviglioso, ispirato a una storia vera.
2011. Nura e Fahim, padre e figlio di Dacca, Bangladesh, scappano dalle persecuzioni politiche e si rifugiano a Parigi. In Francia, Fahim coltiva il suo talento per gli scacchi nella scuola dell’ex campione Sylvain, mentre Nura cerca un lavoro per ottenere l’asilo politico e il ricongiungimento con il resto della famiglia, rimasta in terra natia.

Ad esclusione dei titoli di testa, che mostrano gli scontri in piazza con la polizia bengalese attraverso una camera a spalla, la regia di Martin-Laval rispecchia la pacatezza che contraddistingue i due protagonisti. Nella scena successiva, infatti, passiamo nella casa di Nura e Fahim: da caotica, l’atmosfera diventa distesa, familiare. La povertà è evidente, i pericoli sono sempre dietro l’angolo, ma niente viene esasperato dallo sguardo del regista; neanche il viaggio che Nura e Fahim intraprendono clandestinamente.
Il registro di Qualcosa di meraviglioso non cambia neppure quando l’ambientazione si sposta in Francia. I dialoghi sono altrettanto asciutti e le scene di breve durata, così come le musiche – diegetiche ed extradiegetiche – sono quasi del tutto assenti. Anche a Parigi vediamo i centri per sans papiers e le baraccopoli frequentati da Nura e Fahim. A tal proposito, Martin-Laval lancia qualche frecciatina alla politica francese, senza essere retorico.
In questa parte del film, però, i momenti ironici si fanno più presenti, scaturiti soprattutto dalle idiosincrasie di Sylvain, l’insegnante di scacchi interpretato da Gérard Depardieu.

In un’altalena di diffidenza e attrazione, Fahim e Sylvain, l’alunno e il maestro, impareranno a conoscersi e a stringere una profonda amicizia.
Quando Nura rischia l’espulsione perché non ha trovato lavoro, resta una sola possibilità per ottenere l’asilo politico: Fahim deve vincere il campionato nazionale under 18.
Per diventare il nuovo campione di Francia, Fahim può contare solo sul suo talento e su ciò che ha imparato. Ma, per il resto, avrà il supporto della sua seconda famiglia: Sylvain, Mathilde – la segretaria della scuola – e gli altri compagni di corso, che lo hanno accolto come un fratello.
Ed è proprio il messaggio di resilienza e di integrazione che fa di Qualcosa di meraviglioso una favola ottimista, la quale trova il suo pubblico più appropriato negli adolescenti.