Sette musiche per sette film: quando la colonna sonora non è semplice accessorio


Cinema & Co. / mercoledì, Gennaio 4th, 2017

Si sa, cinema e musica sono fortemente legati. Le colonne sonore sono nate proprio per sottolineare e amplificare alcune emozioni che i dialoghi e le immagini suggerivano. Ma la musica non è soltanto un accessorio dei film; ci sono tantissimi esempi nella storia del cinema in cui questa non si è limitata soltanto ad accompagnare il film, ma ha saputo raccontarlo, a volte più delle parole.

In questa lista ho inserito alcune delle musiche che, a parer mio, hanno saputo meglio rappresentare le immagini del film di cui facevano parte.

P.S.: consiglio di ascoltare il pezzo musicale prima di leggerne la spiegazione. Buona lettura e ascolto!

  • La donna che visse due volte (di Alfred Hitchcock, musiche di Bernard Hermann)

Partiamo dal titolo originale del film: Vertigo, ovvero vertigini. Il protagonista del film (James Stewart) è un poliziotto che ne soffre e questo suo disturbo non gli permetterà di salvare la sua amata. Il tema principale del film viene utilizzato nei titoli di testa, creati da Saul Bass, ricchi di spirali e altre forme geometriche. Il turbinio di violini iniziale ricorda il movimento delle foglie in una giornata ventosa, o quello di una barca nel mare in burrasca. Tramite questa sorta di movimento oscillatorio creato dagli archi, Hermann centra in pieno l’effetto desiderato: rappresentare la nausea e i mancamenti tipici delle vertigini.

  • Il padrino (di Francis Ford Coppola, musiche di Nino Rota)

La colonna sonora del film composta da Nino Rota è inconfondibile, ormai per sempre associata alla mafia, addirittura da essere suonata ai funerali in grande stile dei boss. Il valzer del padrino è una melodia oscura e elegante. L’assolo di tromba iniziale rappresenta la figura del padrino: imponente e incombente. Tuttavia emana anche un senso di solitudine, suscitando malinconia in noi ascoltatori. Successivamente si aggiungono alla tromba il mandolino, la fisarmonica, il clarinetto, e il tutto diventa un valzer vero e proprio. Con questo insieme di strumenti, Rota vuole a mio parere ricordare le grandi feste organizzate in occasione dei matrimoni mafiosi, ma potrebbe anche voler far capire la complessità della mente di un mafioso, anch’essa non riducibile ad una tromba solitaria, ma formata da più “strumenti”, sfaccettature.

  • Rocky (di John G. Avildsen, musiche di Bill Conti)

È impossibile non associare questa colonna sonora all’atletica e al successo personale. Qualunque sportivo, prima di una gara importante, ha ascoltato almeno una volta la colonna sonora di Rocky. Questo perché? È chiaro! Rocky Balboa rappresenta l’uomo semplice, proveniente dai bassifondi della città, che ha davanti a sé l’occasione della vita: battere Apollo Creed, il campione dei pesi massimi. Dunque lo si può definire un eroe moderno, e per questo lo sentiamo così vicino a noi. La musica di cui vorrei parlarvi non è però l’ormai celeberrima Gonna Fly Now, ma la bellissima Going the distance che, in particolare, viene utilizzata nel secondo episodio, durante l’allenamento di Rocky (Sylvester Stallone). Il ritmo incalzante sottolinea la difficoltà psicologica e fisica della preparazione al combattimento di boxe. La musica è un crescendo, di intensità e di strumenti, molto stimolante e che dà la carica giusta per affrontare qualsiasi prova difficile. La fine è come un urlo liberatorio, di gioia, per la “vittoria” ottenuta, ovvero quella di aver superato i propri limiti.

  • Gli intoccabili (di Brian De Palma, musiche di Ennio Morricone)

Anche se non è la migliore colonna sonora firmata Morricone, ma comunque bellissima a mio avviso, contiene un momento altissimo di connubio tra musica e immagini: la scena della fuga sul tetto del braccio destro di Al Capone, Nitti, e l’inseguimento da parte del poliziotto Elliot Ness (Kevin Costner). Quella che sembra all’apparenza una “marcetta” in realtà sottolinea alla perfezione la scena che accompagna. Il ritmo veloce scandito dalla batteria e dagli strumenti a fiato rappresenta il ritmo frenetico dell’inseguimento, un tema caro al cinema; le poche note di pianoforte, che sembra quasi scordato, i violini e i violoncelli creano ansia.

  • Il buono, il brutto, il cattivo (di Sergio Leone, musiche di Ennio Morricone)

L’estasi dell’oro: già il titolo dice tutto. La scena dove Tuco (Eli Wallach) cerca la tomba dove è nascosto il bottino in un grandissimo cimitero, è una delle scene più belle della storia del cinema. La frenesia è sottolineata soprattutto dalla parte finale della musica, dove tutto si confonde, ormai tutta l’orchestra suona, e questa confusione è rappresentata anche dallo stesso Leone, tramite il movimento circolare velocissimo della macchina da presa che inquadra le tombe.

  • Interstellar (di Christopher Nolan, musiche di Hans Zimmer)

La grandezza di questa colonna sonora sta nel fatto che Zimmer l’ha, in parte, composta a scatola chiusa, prima ancora che Nolan avesse scritto la sceneggiatura. Quest’ultimo gli aveva chiesto di creare una musica che rappresentasse un rapporto tra padre e figlio, tenendolo all’oscuro della trama e del genere del film. Il risultato finale è incredibile, non poteva essere più azzeccato. E il regista ha voluto, giustamente, lasciare spazio alla musica del suo collaboratore; ci sono molte scene in cui la musica prevale sulle parole, soprattutto nei momenti di suspance. La scena e musica che voglio analizzare è quella dell’attracco della navicella alla stazione Endurance, dopo l’esplosione causata dal mancato aggancio di Mann (Matt Damon). Quella di Cooper (Matthew McConaughey) sembra un’impresa impossibile, quasi epica: infatti anche la musica sembra suggerirlo, attraverso l’uso massiccio dell’organo e, nella parte finale, dei cori.

  • A single man (di Tom Ford, musiche di Shigeru Umebayashi e Abel Korzeniowski)

Questa colonna sonora è veramente molto bella, struggente come il film. La musica George’s waltz rappresenta al meglio George, un uomo solo, come dice il titolo, con un grande dolore dentro di sé, difficile da dimenticare. George ha perso il compagno in un incidente stradale. È un professore omosessuale negli anni ’60, quindi un uomo controcorrente, come sembra suggerire la scelta del regista di riprenderlo di spalle mentre cammina in senso opposto a quello dei suoi studenti. George è ferito, come il violino di Umebayashi. In questa scena non ci sono dialoghi, soltanto la musica che accompagna George lungo la strada percorsa da casa sua fino al college dove insegna. Perché anche se è talmente ferito da pensare al suicidio, deve comunque cercare di salvare le apparenze e continuare la sua vita: andare a lavorare, essere gentile con i vicini un po’ bigotti, far compagnia all’amica che soffre di solitudine, anche quando non ne ha voglia.

8 Commenti a “Sette musiche per sette film: quando la colonna sonora non è semplice accessorio”

  1. Ennesimo blog di cinematografia troppo americo-centrico. Ennesimo blog ove si mitizza Morricone.

    Si doveva parlare di colonne sonore non accessorie, ma la scrittrice evidentemente ha frainteso il termine accessorio. Ricordate: memorabili non significa integrate all’interno dell’opera audio-visiva.

    Il cinema asiatico dove è?

    Qui vedo brani che hanno fatto la storia di una scena di un film, la storia sociale magari, ma avrei preferito vedere colonne sonore, pezzi di arte che muovono tanto il film quanto il film muove loro.

    Per parlare di colonne sonore non accessorie vi deve esser equilibrio tra la colonna sonora e l’opera.

    1. Grazie per la critica, è bene confrontarsi con le opinioni altrui. Mi dispiace solo che, basandoti soltanto sul mio primo articolo, tu abbia definito il blog troppo americo-centrico.
      Detto questo, sul termine accessorio potrei darti ragione, forse può essere frainteso: le colonne sonore che ho analizzato sono accessorie ma, rispetto ad altre, hanno avuto il merito, come hai fatto notare anche tu, di aver fatto la storia di una scena. Infatti, con “Sette musiche per sette film” mi sembrava di esser stata abbastanza chiara: parlare di quelle musiche che, secondo il mio modestissimo parere, rappresentano al meglio i film di cui fanno parte.

      1. Lo trovi su Youtube, completo e in italiano. Anzi, ti metto qua il link:

        Se ti va, poi fammi sapere come l’hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Grazie a te per la risposta! 🙂

        1. Lo aggiungo alla lista di film da vedere. Ti farò sapere (magari commento sotto alla tua recensione) e grazie per il link 🙂 La colonna sonora di chi è?

I Commenti sono chiusi.