Venezia 77: la nostra selezione


Approfondimenti, Festival / mercoledì, Settembre 16th, 2020

Come avrete notato, purtroppo quest’anno non siamo stati presenti fisicamente alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia. Ma, ovviamente, abbiamo tenuto d’occhio i commenti di chi era al Lido e, sito della Biennale Cinema alla mano, abbiamo stilato la lista dei titoli che vorremmo recuperare in sala. Contemporaneamente, abbiamo partecipato virtualmente alla Mostra attraverso un abbonamento che ci ha consentito di vedere una selezione di film dalle sezioni minori del festival sulla Sala Web ospitata da MYmovies.

I film della Sala Web

La nostra attenzione è stata catturata da alcuni film che, a ben vedere, erano accomunati da un unico tema, ovvero le immagini. Infatti, c’erano le immagini di Venezia durante il lockdown girate da Andrea Segre nel suo Molecole, insieme ai filmini in Super 8 e alle fotografie del padre. C’erano le polaroid attraverso le quali il protagonista del film greco Apples fissava i suoi nuovi ricordi dopo aver perso quelli passati a causa di una misteriosa pandemia. C’erano le immagini di guerra filmate dai pionieri del cinema, prima, e dai comuni cittadini con gli smartphone o da corpi armati appositamente formati, oggi, come mostrato nel documentario Guerra e Pace. Ma c’era anche chi il cinema lo ha fatto, come il produttore de La dolce vita, Giuseppe Amato, raccontato dal nipote nel docu-film La verità su La dolce vita. Oppure, chi voleva costruire una sala cinematografica sulle montagne del Kazakistan dove proiettare Le Samourai con Alain Delon, come Kermak di Yellow Cat, o chi i cinema voleva incendiarli, come i protagonisti del film iraniano Careless Crime. Infine, c’era il film marocchino Zanka Contact che, pur avendo per argomento la musica, faceva percepire allo spettatore tutta la sua natura cinematografica.

Dopo aver visto questa selezione di film incentrati sul potere delle immagini, il nostro desiderio di tornare in sala si è fatto sempre più urgente, e speriamo di recuperare i film qui sotto al più presto. Ne avete già visti alcuni? Quali sono quelli che vorreste recuperare?

Concorso

Le sorelle Macaluso (Emma Dante, Italia)

Sinossi. L’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia di cinque sorelle (Maria, Pinuccia, Lia, Katia, Antonella) nate e cresciute in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina nella periferia di Palermo, dove vivono da sole, senza genitori. Una casa che porta i segni del tempo che passa, come chi ci è cresciuto e chi ancora ci abita. La storia di cinque donne, di una famiglia, di chi va via, di chi resta e di chi resiste.

Note di regia. “Il film è diviso in tre capitoli, ognuno dei quali corrisponde a un’età delle cinque sorelle protagoniste: l’infanzia, l’età adulta, la vecchiaia. Le sorelle sono interpretate da dodici attrici, come se a ognuna che resiste fino alla vecchiaia dovessero corrispondere una discontinuità e una mutazione nel corpo e nel volto. Ed è l’amore delle sorelle tra loro e per la casa in cui vivono che tiene in vita la loro intera esistenza, come fosse un unico organismo vivente a prescindere dalla morte fisica di alcune di loro. Le sorelle Macaluso è un film sul tempo. Sulla memoria. Sulle cose che durano. Sulle persone che restano anche dopo la morte. È un film sulla vecchiaia come traguardo incredibile della vita”.

The World to Come (Mona Fastvold, Usa)

Sinossi. Verso la metà dell’Ottocento nel nord dello stato di New York, Abigail si appresta a iniziare un nuovo anno nella fattoria in cui vive con il marito Dyer. Mentre rifette sull’anno che verrà, sfogliando le annotazioni del suo diario, si percepisce il forte contrasto tra il comportamento pacato e stoico della donna e le complesse emozioni che affiorano dalle pagine. All’arrivo della primavera, Abigail incontra Tallie, donna estroversa di straordinaria bellezza, appena trasferitasi con il marito Finney in una fattoria nelle vicinanze. Le due provano a stringere una relazione, riempendo un vuoto nelle loro vite di cui non conoscevano l’esistenza. Il film segue il crescere dell’intimità e dell’appassionato attaccamento tra le due donne, proprio mentre incominciano a comprendere di non avere alcun modello a cui riferirsi per la condizione in cui si trovano. Mentre i mariti fanno i conti con l’intensità del legame delle loro mogli, tra i sentimenti feriti di Dyer e la gelosia vendicativa di Finney, gli eventi culminano con la decisione di quest’ultimo di allontanare Tallie, e la determinazione di Abigail a seguire la sua anima gemella.

Wife of a Spy (Kiyoshi Kurosawa, Giappone)

Sinossi. È il 1940 a Kobe, la notte prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Il mercante locale Yusaku Fukuhara sente che le cose stanno prendendo una brutta piega e decide di recarsi in Manciuria, senza portare con sé la moglie Satoko. Lì è casualmente testimone di un atto di barbarie e, determinato a renderlo pubblico, entra in azione. Nel frattempo, Satoko viene contattata da Taiji Tsumori, suo amico d’infanzia e membro della polizia militare, il quale le racconta della morte di una donna che suo marito ha riportato in Giappone dalla Manciuria. Satoko è accecata dalla gelosia e se la prende con Yusaku. Ma quando scopre le vere intenzioni del marito, fa una cosa impensabile per garantire la sua incolumità e la loro felicità.

Note di regia. “Ambientato in una città della campagna giapponese, durante il periodo angosciante e terribile della guerra, il film narra la lotta di una coppia per superare la sfiducia e restare fedele al proprio amore l’uno per l’altra. Si tratta del mio primo film ambientato nel passato. Muovendomi in un contesto storico e sociale già determinato, ho avuto modo di fare delle riflessioni molto interessanti mentre immaginavo quanto le persone dovessero sentirsi tormentate quando pensavano a cosa le aspettava in futuro”.

Miss Marx (Susanna Nicchiarelli, Italia/Belgio)

Sinossi. Brillante, colta, libera e appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx: tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e l’abolizione del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore appassionato ma dal destino tragico.

Note di regia. “La storia di Eleanor mi ha dato l’opportunità di esplorare temi incredibilmente contemporanei in un contesto d’epoca, ma ho ritenuto necessario capovolgere i clichés del dramma in costume. Ho cercato di sovvertire l’immagine dell’eroina vittoriana e sostituirla con quella emblematica e moderna di una donna che combatte sul fronte personale e pubblico. Credo che la storia di Eleanor richieda di essere raccontata con delicata ironia: la sua vita sentimentale fu assurda e tragica, i suoi guai condivisibili anche per le donne di oggi. Ma questa storia richiede anche un profondo rispetto: le battaglie di Eleanor e dei suoi compagni risultano più che mai attuali e urgenti, oggi come ieri”.

Nomadland (Chloé Zhao, Usa)

Sinossi. Dopo il crollo economico di una città aziendale nel Nevada rurale, Fern carica i bagagli nel suo furgone e si mette sulla strada alla ricerca di una vita al di fuori della società convenzionale, come una nomade dei tempi moderni. Nomadland vede la partecipazione dei veri nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells nella veste di guide e compagni di Fern nel corso della sua ricerca attraverso i vasti paesaggi dell’Ovest americano.

Note di regia. “Essendo cresciuta in città cinesi e inglesi, sono sempre stata profondamente attratta dalla strada aperta, un’idea che trovo tipicamente americana: la continua ricerca di ciò che sta oltre l’orizzonte. Ho tentato di catturarne uno scorcio in questo film, sapendo che non è possibile descrivere veramente la strada americana a un’altra persona. Bisogna scoprirla da soli”.

Padrenostro (Claudio Noce, Italia)

Sinossi. Roma, 1976. Valerio ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre Gina, assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian, un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell’incontro, in un’estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.

Note di regia. “La sua figura forte, magnetica, eroica, assurge ad archetipo di un’intera generazione di uomini per i quali le emozioni erano percepite solo come debolezza e obbligate a essere camuffate da silenzi. Nel dicembre del 1976, quando mio padre subì l’attentato, io avevo un anno e mezzo: abbastanza per comprendere la paura, troppo pochi per capire che quell’affanno avrebbe abitato dentro di me per molto tempo. Non sono mai riuscito a dirglielo. Scrivere questa lettera a mio padre tracciando i contorni di una generazione di bambini ‘invisibili’ avvolti dal fumo delle sigarette degli adulti non è stato facile; provare a farlo mutando le parole da private in universali è stata una grande sfida come cineasta e come uomo”.

Pieces of a Woman (Kornél Mundruczó, Canada/Ungheria)

Sinossi. Martha e Sean Carson, una coppia di Boston, sono in procinto di avere un bambino. La loro vita cambia irrimediabilmente durante un parto in casa, per mano di un’ostetrica confusa e agitata che verrà accusata di negligenza criminale. Comincia così un’odissea lunga un anno per Martha, che deve sopportare il suo dolore e al contempo gestire le difficili relazioni con il marito e la dispotica madre, oltre che confrontarsi in tribunale con l’ostetrica, divenuta oggetto di pubblica denigrazione. Pieces of a Woman è un’aria profondamente personale e dolorosamente familiare, tratteggiata in ricercati toni di grigio, la storia trascendente di una donna che impara a convivere con la sua perdita.

Note di regia. “Mia moglie ed io volevamo condividere con il pubblico una delle nostre esperienze più personali attraverso la storia di un figlio non nato, nella convinzione che l’arte possa essere la miglior cura per il dolore. Saremo gli stessi di prima dopo una tragedia? Riusciremo a trovare qualcuno che ci accompagni nella caduta libera del dolore? Con Pieces of a Woman volevamo realizzare una storia autentica su una tragedia e su come imparare a convivere con quel dolore. Una perdita sfugge alla nostra comprensione o al nostro controllo, ma porta con sé la capacità di rinascere”.

Fuori Concorso

Love After Love (Ann Hui, Cina)

Sinossi. La giovane Ge Weilong viaggia da Shanghai a Hong Kong per completare la propria istruzione. Per pagarsi gli studi, chiede aiuto alla zia, la signora Liang, che conduce però una vita equivoca. A poco a poco Weilong diventa una marionetta nelle mani della zia, che la coinvolge nell’adescamento di uomini ricchi e potenti, finché la giovane non viene attratta dal playboy George Qiao, il cui scopo è quello di sposare una ragazza ricca per mantenere il proprio stile di vita lussuoso.

Note di regia. “Il film è l’adattamento del primo racconto pubblicato di Zhang Ailing (Eileen Chang). Mi piace la trama, perché è la storia feroce di un ambiente confuso e ipocrita a Hong Kong, poco prima della Seconda guerra mondiale. Qui, un mondo tropicale e primitivo indossa abiti eleganti ed eccentrici, mentre le emozioni e le relazioni più melodrammatiche sono espresse in modo diretto, come se fossero normali. Ho voluto dare voce a questo ambiente unico, invece di dirigere un’altra sofisticata storia d’amore”.

One Night in Miami (Regina King, Usa)

Sinossi. All’indomani della sconfitta inferta da Cassius Clay nei confronti di Sonny Liston nel 1964, il giovane boxeur si incontra con gli amici Malcolm X, Sam Cooke e Jim Brown per decidere le sorti future della sua vita e, possibilmente, quelle della storia dei diritti civili.

Note di regia. “Questo film è una lettera d’amore dedicata all’esperienza vissuta dagli uomini di colore in America. Avendo io stessa un figlio, ho ritenuto importante mostrare al mondo cosa significhi. È stata un’opportunità per mostrare queste icone prima di tutto come uomini e fratelli. Amici che possono parlare liberamente e dichiarare che il momento del cambiamento è ora. Questo messaggio incentrato sul cambiamento riecheggia ancora oggi a distanza di decenni. Purtroppo, la recente uccisione di George Floyd e Breonna Taylor ci ha mostrato che la lotta per l’uguaglianza razziale è lungi dall’essere arrivata a conclusione. Abbiamo più che mai bisogno l’uno dell’altro, dobbiamo alzare le nostre voci all’unisono così che non possano essere ignorate, e far sì che queste voci siano finalmente sentite”.

Lacci (Daniele Luchetti, Italia)

Sinossi. Napoli, primi anni Ottanta: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà e infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati.

Note di regia. “Quando ho letto per la prima volta Lacci ho trovato domande che mi riguardavano e personaggi nei quali era difficile non identificarsi. Attraverso una storia familiare che dura trent’anni, due generazioni, legami che somigliano più al filo spinato che a lacci amorosi, si esce con una domanda: hai permesso alla tua vita di farsi governare dall’amore? Lacci è un film sulle forze segrete che ci legano. Non è solo l’amore a unire le persone, ma anche ciò che resta quando l’amore non c’è più. Si può stare insieme per rancore, nella vergogna, nel disonore, nel folle tentativo di tener fede alla parola data. Lacci racconta i danni che l’amore causa quando ci fa improvvisamente cambiare strada e quelli – peggiori – di quando smette di accompagnarci”.

The Duke (Roger Michell, Regno Unito)

Sinossi. Nel 1961, Kempton Bunton, un taxista di sessant’anni, rubò il ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya dalla National Gallery di Londra. Fu il primo (e finora unico) furto nella storia della Gallery. Kempton mandò una richiesta di riscatto asserendo che avrebbe restituito il dipinto a condizione che il governo si impegnasse a favore degli anziani attraverso maggiori investimenti: si era a lungo battuto affinché i pensionati avessero diritto alla televisione gratuita. Ciò che accadde successivamente è leggenda. Fu solo cinquant’anni più tardi che l’intera storia venne a galla: Kempton aveva intessuto una trama di bugie. L’unica verità era che era una brava persona, determinato a cambiare il mondo e salvare il suo matrimonio. Come e perché avesse deciso di ricorrere al Duca per portare a compimento il suo piano rimane una storia incredibilmente affascinante.

Note di regia. “The Duke, nella grande tradizione delle Ealing Comedies, mostra un uomo semplice che parla apertamente ai potenti. Per quanto si tratti di una storia seria, non va presa troppo sul serio”.

Fuori Concorso – Non Fiction

Salvatore – Shoemaker of Dreams (Luca Guadagnino, Italia)

Sinossi. Il mistero e il fascino di una figura importante, articolata e complessa come quella di Salvatore Ferragamo ha portato a raccontare una storia umana, artistica e imprenditoriale da diversi punti di vista. Molte persone considerano la sua vita come qualcosa di meraviglioso: per alcuni un miracolo, per altri una fiaba. In realtà, anche se straordinaria, la vita di Ferragamo ha poco a che fare con la fortuna o il caso. È piuttosto il risultato dell’incontro di molti elementi diversi: carattere, determinazione, istinto, genio, inventiva, curiosità e, ultimo ma non meno importante, la sua incredibile intuizione. Tutti questi aspetti, necessari e indispensabili, hanno generato quell’unicità che sarebbe fondamentale svelare e approfondire. Gli anni dell’infanzia a Bonito, dove realizzò le sue prime scarpe per la prima comunione della sorella, furono il segno di una carriera che era pronta per essere costruita. Salvatore, dopo un anno di apprendistato nelle migliori botteghe di Napoli, iniziò a meditare un cambiamento che avrebbe innescato la sua scalata. Per quanto giovane, decise di partire per gli Stati Uniti e iniziare a costruire il suo futuro. Fece una scelta simile a quella di tanti altri cittadini italiani, in cerca di un destino più favorevole, con la speranza di essere accolti in una terra straniera. Giunse a New York, sbarcando a Ellis Island. Successivamente lavorò a Santa Barbara, quindi si trasferì a Los Angeles per creare scarpe e modelli di design per molti film importanti e per la maggior parte delle celebrità dell’epoca. Tornato in Italia, ha combattuto contro il fallimento, e infine è approdato a Firenze. Firenze è la città che gli ha permesso di rinascere. Firenze divenne il centro della sua creatività. Creò il suo laboratorio, quindi aprì un negozio e iniziò a costruire il suo marchio, che divenne in seguito un impero nel settore della moda del tempo. Ferragamo è stato un uomo in grado di attraversare epoche diverse, reinventandosi sempre, senza mai venire meno alle sue qualità fondamentali. Ferragamo sposò Wanda Miletti e creò una famiglia. L’importanza e l’amore che Ferragamo ha sempre rivolto ai legami familiari, tipica espressione umana della cultura dell’uomo del Sud, è un aspetto molto importante che ha pervaso e riempito tutta la sua vita. I membri della sua famiglia non hanno mai dimenticato ciò che ha fatto e continuano a ricordare e onorare la sua eredità.

Note di regia. “Cos’è il genio? Come nasce un sistema, che sia il cinema o la moda? E l’ossessione furiosa di una ricerca costante di idee e di creazione come si sposa con la tradizione e i valori della famiglia? Salvatore Ferragamo (1898-1960), protagonista e testimone del ventesimo secolo, è la risposta a queste domande”.

Fuori Concorso – Cortometraggi

The Human Voice (Pedro Almodóvar, Spagna)

Sinossi. Una donna guarda passare il tempo accanto alle valigie del suo ex amante (ci si aspetta che l’uomo ritorni a prenderle, invece non arriverà mai) e a un cane irrequieto che non capisce di essere stato abbandonato dal padrone. Due esseri viventi affrontano l’abbandono. Nei tre giorni di attesa, la donna esce in strada solo una volta, per acquistare un’ascia e una latta di benzina, e passa da uno stato d’animo all’altro: dall’impotenza alla disperazione e alla perdita di controllo. Si trucca, indossa vestiti eleganti come se dovesse andare a una festa, medita di buttarsi dal balcone, finché il suo ex amante non le telefona. Lei però ha perso conoscenza, ha preso un mix di tredici pillole e non può rispondere. Il cane le lecca il viso fino a quando la donna si risveglia. Dopo una doccia fredda, tornata in sé grazie a un caffè nero come i suoi pensieri, il telefono squilla di nuovo e questa volta riesce a rispondere. L’unica voce però è la sua: quella dell’uomo non si sente mai. All’inizio la donna finge di essere calma e di comportarsi in modo normale, ma è sempre sul punto di esplodere contro l’ipocrisia e la meschinità dell’altro.

Omelia contadina (JR, Alice Rohrwacher, Italia/Francia)

Sinossi. Una comunità contadina si riunisce su un altopiano al confine fra tre regioni per celebrare il funerale dell’agricoltura contadina. Un’azione cinematografica per scongiurare la scomparsa di una cultura millenaria.

Note di regia. “Nell’autunno scorso durante una passeggiata sul confine tra Umbria, Lazio e Toscana, raccontavo all’amico e artista JR le mie preoccupazioni sulla distruzione del paesaggio agrario, violato dal proliferare di monoculture intensive che stanno plasmando interi territori. Gli raccontavo, da figlia di un apicoltore, della grande moria di insetti che ne deriva, e delle lotte dei piccoli contadini che provano ad arginare questo fiume in piena di speculazioni, sussidi, pesticidi. Mentre guardavamo il paesaggio segnato da file ininterrotte di noccioli ci siamo detti che sembrava un cimitero. Sulla via del ritorno abbiamo deciso: se sembra un cimitero, dobbiamo celebrare un funerale. Ma che sia un funerale pieno di vita! Così è nato il progetto dell’Omelia contadina: un’azione cinematografica con cui, attraverso il nostro lavoro, abbiamo voluto sostenere la lotta di piccoli agricoltori e cittadini dell’altopiano dell’Alfina. Un funerale, ma anche un inno di speranza dedicato a tutti coloro che giorno dopo giorno ci tengono in vita, producendo il nostro cibo”.

Orizzonti

Nowhere Special (Uberto Pasolini, Italia/Romania/Regno Unito)

Sinossi. John, un lavavetri trentacinquenne, dedica la vita a crescere il figlio Michael di quattro anni, poiché la madre del bambino li ha lasciati subito dopo la nascita. La loro è una vita semplice, fatta di rituali quotidiani universali, una vita di completa dedizione e amore innocente che mostra la forza della loro relazione. John ha però davanti a sé pochi mesi di vita. Poiché non ha una famiglia a cui rivolgersi, trascorrerà i giorni che gli restano a cercarne una nuova, perfetta, a cui dare in adozione Michael, provando a proteggere il suo bambino dalla terribile realtà.

Note di regia. “Ho voluto girare questo film non appena ho letto del caso di un padre malato terminale che tentava di trovare una nuova famiglia per suo figlio prima di morire. Sebbene la situazione in cui si trovano i personaggi principali sia molto drammatica, scrivendo la sceneggiatura ho voluto avvicinarmi alla storia in un modo molto sottile, discreto, il più lontano possibile dal melodramma e dal sentimentalismo. La principale sfida è stata quella di lavorare con un bambino molto piccolo, creando una relazione padre-figlio credibile e commovente. A soli quattro anni il piccolo Daniel Lamont è un attore naturale, straordinariamente consapevole e sensibile, e ha avuto la fortuna di lavorare al fianco di un attore di grande talento e generosità come James Norton”.