Trieste Science+Fiction Festival: per un Halloween alternativo

2020 - ?, Festival, Recensioni, Senza categoria / domenica, Novembre 22nd, 2020

La fantascienza sembra aver fatto breccia nella quotidianità, squarciando gli schermi e le pagine dei libri per impossessarsi della vita ordinaria di ognuno di noi.

Trieste Science+Fiction Festival

Dopo il Far East Film Festival e il Florence Korea Film Fest, anche la ventesima edizione del Trieste Science+Fiction Festival si è svolta sulla piattaforma streaming di MYmovies dal 29 ottobre al 3 novembre 2020.

Tra temi attuali e grandi classici rivisitati, la selezione di sci-fi, horror e fantasy del Trieste Science+Fiction Festival è stata di buona compagnia per trascorrere Halloween e, soprattutto, utile per dare un piccolo aiuto al settore del Cinema – anche se da casa, in pantofole e seduti sul divano.

Trieste Science+Fiction Festival
Nel 2036, un'anziana signora entra in un "Memory Shop", un negozio in cui è possibile rivedere su uno schermo e registrare su un supporto i ricordi, per rivivere un momento del passato vissuto insieme al marito, ora afflitto da demenza, e regalarglielo per il loro anniversario. Purtroppo però, per un crash del sistema, la donna torna a casa a mani vuote; ma, forse, un braccialetto potrebbe regalarle una sorpresa non aspettata. Le premesse di questo film sono interessanti, ma purtroppo il finale rimane troppo abbozzato per un cortometraggio di così breve durata.
Trieste Science+Fiction Festival
Six Mile Hill è uno sperduto villaggio irlandese noto solo per la dubbia leggenda che vuole Bram Stoker aver passato la notte nel pub locale. Eugene, un giovane del posto, passa i giorni bevendo e prendendosi gioco dei turisti che vengono a visitare la tomba di Abhartach, un vampiro irlandese che alcuni credono abbia ispirato Dracula. Mentre Eugene lavora per l'impresa di costruzioni del padre, è costretto ad abbattere la tomba di Abhartach per costruire la tangenziale, ma così facendo risveglierà accidentalmente il vampiro. Rivisitazione in chiave ironica di un classico della letteratura, Boys from County Hell si riappropria del mito del vampiro per omaggiarne le radici irlandesi, mentre cita le varie rielaborazioni letterarie e cinematografiche di Dracula quasi sempre con intenti comici.
Trieste Science+Fiction Festival
In un quartiere periferico sovrappopolato ma dall'atmosfera post-apocalittica, Jacob, un ragazzo immobilizzato su una sedia a rotelle, combatte la noia osservando dalla finestra i suoi vicini con un binocolo e, a distanza, conosce Sarah, una sua coetanea. La nuova amicizia viene improvvisamente interrotta quando un netturbino si avvicina minacciosamente alla ragazza con un cacciavite. Il cortometraggio inizia da una situazione che richiama La finestra sul cortile di Hitchcock per poi trasformarsi in qualcosa di inaspettato. In pochi minuti di durata, il regista riesce a creare un mondo credibile, inquietante e sorprendente, affrontando riflessioni su temi come il riciclo, lo sfruttamento delle risorse del pianeta e il controllo delle nascite.
Trieste Science+Fiction Festival
Frank, un anziano appassionato di bricolage, riporta in vita la moglie recentemente deceduta, Mary, nel capanno degli attrezzi. In questo adattamento dall'ironia nera del classico della letteratura Frankenstein, lo scienziato Viktor Frankenstein diventa il "Dottor Fai-da-te" che, come nel romanzo, racconta al passato e in prima persona il momento della creazione, in questo caso partendo dal corpo senza vita dell'adorata moglie, Mary.
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Jeanne è una timida ragazza che fa il turno di notte come addetta alle pulizie in un luna park. La madre vorrebbe che incontrasse un uomo, ma Jeanne preferisce stare nella sua camera ad armeggiare con fili, lampadine e pezzi di ricambio, creando giostre in miniatura. Nelle sue notti al lavoro, inizia a trascorrere dei momenti con la nuova attrazione principale del parco, la giostra Tilt-A-Whirl, che decide di rinominare Jumbo. Sedotta dalle sue luci rosse, dalle lisce cromature e dai giunti oleosi, Jeanne comincia a provare inaspettati sentimenti nei confronti di Jumbo. Ispirato alla storia di Erika Labrie, che nel 2004 sposò la Tour Eiffel, il film esplora il mondo degli oggettofili, persone la cui vita amorosa e sessuale ruota attorno agli oggetti. Jeanne (Noémie Merlant) crede che gli oggetti abbiano un anima, e si rivolge a loro come se fossero qualcuno anziché qualcosa. Infatti, Jeanne e Jumbo hanno un loro modo di comunicare, che spesso passa attraverso il tatto. La regista insiste molto sul mostrare Jeanne che pulisce, tocca, si prende cura della giostra, la quale risponde alle attenzioni della donna emettendo luci e rumori e muovendosi autonomamente, ma insiste anche sulle occhiate indiscrete gettate su Jeanne da parte del suo collega spasimante, ponendosi criticamente nei confronti dello sguardo maschile. Il film perde un po' di leggerezza quando si fa drammatico e tradisce, per poi riprenderli nel finale, i suoi stessi toni fiabeschi e surreali, che lo avvicinano a La forma dell'acqua di Guillermo Del Toro.
Trieste Science+Fiction Festival
Nel gelido inverno ungherese del 1918, Tomás, un giovane fotografo di cari estinti che è sopravvissuto alla guerra, si reca in un piccolo villaggio infestato dagli spiriti per soddisfare la richiesta d'aiuto di Anna, una piccola orfana. Come un perfetto investigatore, Tomás passerà dal limitarsi a guardare le sue fotografie ad agire in prima persona, improvvisandosi cacciatore di fantasmi insieme ad Anna. L'accurata ambientazione storica nello scenario della Grande Guerra e dell'influenza Spagnola fa la grandezza di questa ghost story ungherese, insieme alla fotografia espressionista. Il film racconta un'epoca caratterizzata da una rassegnata abitudine alla morte (e la diffusione della fotografia post mortem lo conferma), ma ricca di invenzioni tecnico-scientifiche (oltre alla macchina fotografica, vediamo il fonografo e lo stenoscopio, che Tomás utilizza per catturare la voce e le immagini degli spiriti). A questi ingredienti, si aggiungono l’immaginario folcloristico, la superstizione contadina e l’universo magico-religioso.
Trieste Science+Fiction Festival
Tune into the Future racconta la vita e il lavoro di Hugo Gernsback, nerd ante-litteram che ha dato inizio al fenomeno culturale della fantascienza coniando il termine science-fiction. Pioniere della radio, della musica elettronica e della televisione, Gernsback ha fondato alcune riviste di fantascienza e registrato più di 80 brevetti (tra le sue invenzioni mai realizzate, c'è anche "l'orchestra degli odori"). Un secolo prima di Internet, ha predetto Skype, i droni, gli incontri online, i social network, la silent disco, gli zaini-jet. Tune into the Future racconta in modo appassionato e appassionante la storia di un personaggio decisamente da (ri)scoprire, facendo riferimento alla cultura visuale del periodo narrato e stimolando continuamente i sensi dello spettatore attraverso interviste, fotografie, filmati d'epoca, tracce audio originali e animazioni.